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Maggio 6, 2024A 25 anni dalla firma della prima convenzione CNR – Istituto Nazionale di Ottica e Opificio delle Pietre Dure di Firenze (Ministero della Cultura) rinnovano l’accordo di collaborazione siglato nel 1998 prefissandosi un obiettivo decisamente ambizioso ma realistico: creare, insieme, un laboratorio integrato di indagini chimico-fisiche dotato di strumentazioni uniche e innovative per la creazione di nuove conoscenze per la conservazione e il restauro delle opere d’arte. La qualità delle due Istituzioni coinvolte, e la loro lunga esperienza di collaborazione, sono una garanzia per costruire, anche con altri enti di ricerca, un riferimento a livello internazionale per il settore.
Nel 1998 la convenzione tra CNR-INO e OPD ha dato vita al primo laboratorio scientifico di ricerca in Europa, frutto di una diretta collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali e il Ministero dell’Università e della Ricerca. Da allora, professionisti della conservazione dei beni culturali e scienziati hanno unito le proprie competenze per creare soluzioni innovative per il restauro. Oggi, 30 aprile 2024, i due istituti rinnovano questo impegno firmando una nuova convenzione con obiettivi ancora più ambiziosi.
Il 12 novembre 2023 l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR (CNR-INO) e l’Opificio delle Pietre Dure (OPD) hanno celebrato i 25 anni dalla firma della prima convenzione stipulata per integrare risorse e competenze e fare ricerca insieme per la salvaguardia del patrimonio culturale.
La convenzione del 1998 ha dato vita al primo e unico laboratorio scientifico di ricerca in Europa frutto della collaborazione diretta tra il Ministero dei Beni Culturali ed il Ministero dell’Università e della Ricerca. Da allora, restauratori, storici dell’arte, archeologi e ricercatori, uniti dalla passione per la scienza dei beni culturali, hanno lavorato insieme in maniera sistematica e interdisciplinare per prendersi cura del patrimonio italiano.
A partire dagli anni ’90 il CNR-INO e l’OPD hanno sviluppato insieme prototipi di strumentazione ottica per la diagnostica, creando soluzioni innovative e non invasive per la conoscenza delle opere d’arte che l’OPD aveva in cura: dalla realizzazione del primo scanner basato su una singola banda nell’infrarosso (IR, fino a 1.7 mm) fino allo sviluppo dell’attuale scanner per riflettografia multispettrale in 32 bande (dal visibile all’IR). Grazie alla ricerca e all’innovazione, il team interdisciplinare CNR-INO / OPD ha sviluppato, testato e perfezionato in perfetta sinergia di intenti strumenti e competenze necessarie per scoprire, analizzare e interpretare anche ciò che l’occhio umano non può vedere nell’opera d’arte: i disegni preparatori, i pentimenti, il processo creativo dell’artista, avendo a disposizione immagini, modelli tridimensionali, dati spettrali ed altri dati misurati sulle opere al fine di conoscerne i segreti materici e compositivi.
Negli archivi e nelle banche dati dei due istituti si conservano oggi gli straordinari risultati di questa collaborazione: report, fotografie, filmati, immagini, mappe e modelli relativi ad indagini, interventi di conservazione e restauro eseguiti su capolavori, tanto per citarne alcuni, di Raffaello (“Madonna del cardellino”, Uffizi 2008), Piero Della Francesca (“Resurrezione di Cristo”, Sansepolcro 2009-2011), Caravaggio (“Cena in Emmaus”, Brera 2010), Leonardo da Vinci (“Adorazione dei Magi”, Uffizi 2011-2012) e di altri grandi artisti moderni e contemporanei.
I risultati di questi interventi non solo hanno consentito una migliore comprensione delle opere ed una pianificazione mirata degli interventi di restauro, ma hanno anche aperto la porta ad importanti collaborazioni in ambito internazionale: il modello CNR-INO / OPD è divenuto il prototipo che ha ispirato la creazione di E-RIHS, l’infrastruttura di ricerca europea per le scienze del patrimonio, che grazie a queste basi avrà la sua sede a Firenze. Oggi CNR-INO e OPD mettono in campo nuovi e più ambiziosi progetti a cui stanno già dando forma: utilizzare l’esperienza acquisita in 25 anni di collaborazione e su di questa porre le basi per creare, anche attraverso ulteriori collaborazioni con enti ed istituzioni di prestigio, un laboratorio integrato di indagini chimiche e fisiche (ottiche e nucleari) dotato di strumentazioni uniche per guidare lo studio e gli interventi di restauro sul patrimonio.
“La forza di questa collaborazione che si rinnova”, afferma Emanuela Daffra, soprintendente ad interim OPD, “sta nel fondarsi su competenze molto specialistiche che si confrontano su necessità e quesiti che nascono dalla attività quotidiana su classi molto diverse di beni culturali. Questo essere ancorati all’operatività, e un’operatività di livello altissimo, ha garantito una straordinaria concretezza, che si intende portare avanti, come tratto distintivo”.
“L’applicazione delle più avanzate tecnologie ai Beni Culturali è la più chiara testimonianza di come lavorare a conservazione e restauro non ci chiuda nel passato ma ci possa proiettare nel futuro”, ha affermato Francesco Saverio Cataliotti, direttore del CNR-INO, “Siamo fieri di poter continuare ad unire le eccellenze fiorentine in questa avventura”.